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      - Come! Anco con la strage di quattro innocentissime creature?
      - Portansi dai cardinali cappe vermiglie perchè il sangue non vi si scorga sopra.
      - Ma voi non avete per istituto di difendere la vedova e il pupillo? E l'avvocatura non reputasi appunto milizia gloriosissima, per lo pericolo che l'uom corre nel difendere la causa della innocenza iniquamente perseguitata?
      - Anzi per questo la milizia togata si antepone alla sagata, ed ecci in proposito una legge mirabile degl'imperatori Leone, ed Antemio... ma carbonaro... ed avrei dovuto domandarvelo prima... in grazia, chi siete voi?
      - Deh! signore Avvocato, non vi calga saperlo: sono un uomo, - e se questo può commuovervi, - un uomo che non ha uguale al mondo nella miseria.
      - No... confidenza per confidenza: come volete ch'io mi apra a voi, se voi intendete restarvi chiuso con me?
      - Le parti non sono uguali. Della discretezza vostra io non dubito; del vostro onore molto meno: non mi trattiene paura, imperciocchè maggior danno di quello che io patisco ormai non mi può cascare addosso; e non pertanto io vi supplico in grazia a lasciarmi il mio segreto...
      Suonava in coteste parole tanta umiltà di preghiera, così elle s'insinuavano dolcemente nel cuore di Prospero, che a lui parve villania espressa insistere, e si rimase.
      - Orsù, dunque, sia come vi piace; ed io allora vi dirò (e rese la voce più sommessa) che credo pur troppo la fama pubblica ben si apponga; e tale credendo fermamente io, come con presagio di buon esito potrei tirarmi sopra le spalle carico così grave e pericoloso?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Leone Antemio Avvocato Prospero