- Amen; e parmi che a tale mi abbiano condotto, che ormai poco più è il cammino che mi avanza. Non è poi così doloroso il morire, come per avventura si crede dagli uomini: posso assicurarvene io; io, a cui davvero parve toccare le porte della Eternità, - e più di una volta.
- No, povera signora, voi non dovete morire; ed avvertite, il proponimento vostro, estimato magnanimo presso i gentili, nella religione cristiana è peccaminoso; imperciocchè offenda Dio tanto colui che porta le mani violente contra se, quanto l'altro il quale potendo salvare la sua vita non si aiuta.
- Ed io consentirò a vivere, e a vedere abbrividire i padri al mio appressarsi! Ed io mi affannerò a vivere per vedere la gente, curiosa insieme e impaurita, appuntare gli occhi sopra la mia fronte come se vi fosse scritta la parola "parricida!" Ah! no. - Così piacesse a Dio farmi scomparire intera da questa terra, e sperderne perfino la memoria!
- Ma che pensate voi dalla opinione di avere trafitto vostro padre ve ne sia venuto odio, o ribrezzo? Se così ritenete, voi v'ingannate. Quando mai, finchè gli uomini avranno un cuore che palpita al nome di virtù, terranno a vile, o piuttosto non leveranno a cielo la castissima donzella, che, per amore della pudicizia diventata eroina, la difese con atto pietosamente crudele? Quanto più stretto il vincolo tanto era la ingiuria maggiore, e sovveniva più legittimo il diritto di resistere. Volgete la mente alle antiche e alle moderne storie, e guardate un po' voi se infami si reputassero o scellerati i figliuoli, i quali per giusta vendetta trucidarono i propri genitori.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Eternità Dio Dio
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