- E' par che buone mosse abbia preso il barbero.
Ma l'altro non lo ascoltava, che in cotesto punto concludeva certi suoi pensieri con la seguente formula: egli bisogna che sia con noi, o contro noi. Intanto il Farinaccio prosegue:
- Qui noi vediamo un cadavere, la gola squarciata da larga ferita. Chi è egli? Un padre. Chi lo ha trucidato? Sua figlia: ella senza impallidire lo dichiara; senza rimorso il confessa; anzi, se non lo avesse fatto, bandisce che tornerebbe a farlo. E chi è questa femmina dai truci pensieri, e dai fatti più truci? Eccola; una fanciulla di cui il sembiante par formato dalla mano degli angioli, onde quaggiù si mantenga il tipo della celeste purità. La Innocenza può baciarla in bocca, e dirlo: ave, sorella. La Mansuetudine parla come lei, come lei sorride. Non vi ha persona che lei non esalti, e levi a cielo; di molti ha sollevato i dolori, ha pianto alle angosce di tutti. Che cosa mai può avere sospinto la egregia donzella allo esecrando attentato? Domandatelo al Fisco, ed egli ve lo dirà. È stato il diavolo. Oh! il diavolo, se l'avesse veduta, l'avrebbe tolta in iscambio di un angiolo, e l'avrebbe adorata; e noi sappiamo che il diavolo sopra gli angioli non ha potenza: i procuratori fiscali poi non vanno immuni da siffatto pericolo perchè nessuno li estima angioli, nè anche se stessi. Lasciamo pertanto il diavolo a casa sua, e discorriamo di cause più umane. Forse la cupidità del danaro? A sedici anni la gentil donzella pensa al danaro quanto lo usignuolo, ch'empie delle sue melodie le valli in una bella notte di estate; vi pensa quanto la farfalla, che tuffa le ale nel raggio del sole di maggio.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Farinaccio Innocenza Mansuetudine Fisco
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