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      A sedici anni la fanciulla è tutta amore pel cielo e per la terra: questi due amori si confondono in lei, sicchè il suo primo amore per oggetto terreno ritrae sempre in se qualche cosa di divino. Ma poniamo, via, che in lei allignasse vaghezza di pecunia; come mai poteva questa condurla allo abbominevole misfatto? Il censo, ch'ella redava copiosissimo dalla madre, il padre non poteva menomarle, nè torle: folle consiglio saria stato in lei la fiducia di ottenere o tutto o parte del paterno retaggio libero dai fideicommissi, avvegnachè Francesco Cènci, il quale non si era proposto altro fine che quello di spogliare i suoi figliuoli degli averi, della fama, e, se avesse potuto, della vita, non si sa come si sarebbe mostrato pietoso unicamente con lei; e peggio che follia sarebbe stato per la signora Beatrice sperare nei beni fideicommissarii di casa sua (e qui levò la voce più sonora che mai) chè i beni fideicommissarii per comune consentimento dei dottori non possono per veruna causa o pretesto, neppure per fellonia, alto tradimento, o parricidio di taluno dei chiamati, esser tolti ai legittimi suoi successori maschi di maschio...
      Il vecchio pontefice a queste parole declinò la testa, e le sue pupille traverso i sopraccigli irsuti parvero fiamme dietro una siepe di rovi; il cardinale di San Giorgio levò la sua, e con l'angolo esterno dell'occhio sbirciò il papa. I due sguardi parve si cambiassero una parola, e questa per certo fu:
      - Costui bisogna che sia dei nostri...
      - Felice Olimpia!


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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