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      .. Rispondetemi, dite, in cotesto momento quale avreste desiderato voi Beatrice... empia... abietta come non fu la Romana vergine, o miserissima com'ella di presente si trova? - Beatrice vide faccia a faccia la sventura, e l'abbracciò come messaggera di Dio... avventò il ferro, e sottrasse il suo nome alla infamia. Noi, deplorando questa suprema necessità, dobbiamo ammirare la fanciulla valorosa, che in altri tempi Roma le avrebbe tributato gli onori del trionfo, ed oggi la straziò co' tormenti, e adesso le minaccia la morte ignominiosa.
      Il divo imperatore Adriano ordinò non farsi luogo alla pena del parricidio quantevolte il figlio uccidesse il padre, o questi quello, per una delle quattordici cause contenute nell'Autentica Ut cum appellatione cognoscitur. Bene è vero che l'imperatore Adriano considera la strage del figlio adoperata dal padre a cagione dello stupro della matrigna o concubina; ma per consenso dei dottori il disposto di cotesta legge si estende eziandio a qualsivogiia altro caso d'ingratitudine, non già perchè proceda affatto impunito, ma con qualche pena più mite della capitale si vendichi.
      Ora sarò io forse costretto ad affaticarmi davanti a voi per dimostrare quale, e quanto reato sia lo incesto contro la propria creatura? Pare a voi che gli si possa paragonare lo stupro della matrigna, o della concubina paterna? Parvi ch'ei sia da agguagliarsi con le altre cause d'ingratitudine, come, a modo di esempio, se il figlio non riscattò il padre schiavo, o, se povero, non lo sovvenne?


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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