Cotesta voce, che si partì dalle labbra affettuose di Beatrice, suonò all'orecchio di Guido armonia di paradiso. Quello che non avrebbe osato la sua passione, egli fece vinto dalla virtù della voce: superata la paura tirò addietro precipitoso il cappuccio, ed ecco appare la faccia di Guido, parlante e bella come una testa del Correggio. Tacito e tremante si accosta a Beatrice: Beatrice lo ravvisa, e indietreggia tremando; allora anche Guido dà indietro un passo: nè quel misero amante, nè la donzella ardivano, non che profferire parole, alitare; solo in quel silenzio si udiva il cigolìo delle catene, scosse dai polsi convulsi di Beatrice.
Come uccelli non ancora pennuti, levata appena l'ala l'abbassono affaticati, così costoro alzano appena gli occhi per declinarli subito al pavimento. Ella, Beatrice, fuggendo, e cercando lo sguardo di Guido, avviene alfine che posi i suoi occhi sopra i mestissimi occhi di lui. L'anima trabocca tutta dalle loro pupille: dalle loro labbra, strette come il cuore, non muove nè anche un sospiro. La bocca di Beatrice non parlerà; assai hanno favellato i suoi occhi; però che lo spirito dello amore passandole davanti come quello di Dio, le abbia detto: "E tu presso di lui accusasti tuo padre; e tu nel petto gli rovesciasti una furia implacabile; s'egli ti amava meno non sarebbe diventato omicida: egli ti fece palese amarti di amore supremo allorquando recise a un punto la vita altrui, e la propria speranza; Guido ti amò piuttosto santa, che sua". - E lo spirito dello amore balenò dai suoi occhi amore e perdono.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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