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      - Guido... fate di ricordarvi le teste di San Francesco che riceve le stimate, dipinte da Andrea del Sarto, dal Ghirlandaio, e dagli altri gloriosi maestri dell'arte, - tale Guido inebbriato di passione adorava. Beatrice, cedendo allo impeto che la strascina, muove per abbracciarlo; poi si trattiene vereconda, e piange, e al suo pianto gli altri piangevano.
      I suoi labbri, rinfrescati da cotesta rugiada di lacrime, forse si sarebbero aperti ad una voce, quando il frate, che presso loro spiava i dubbiosi desiri, mettendo la sua in mezzo alle loro teste, ed adombrandole in parte con la barba canuta che gli pendeva in copia giù dal mento, con voce sommessa così favellò:
      - Silenzio! Una parola uscita dai vostri labbri sarebbe morte a qualche altro di voi, e vituperio a me. Voi siete congiunti in matrimonio. Quello che Dio lega lassù, l'uomo può separare, non sciogliere. Ora basti, figliuoli...
      E con fermo braccio gli separava. Mansueta Beatrice, di leggieri acconsente alla preghiera; ma Guido, iroso, respinge il frate; onde questi con dolce rimprovero così lo raumilia:
      - Dunque tu vuoi spargere la vergogna sopra i miei capelli canuti perchè ti fui pietoso?
      Guido piegò la testa, e baciò la manetta di ferro che serrava il polso destro di Beatrice; vide l'anello di oro ch'egli le aveva mandato per mezzo del Farinaccio, e sospirò una parola, che Beatrice o non intese, o non curò. Il frate intanto acconcia il cappuccio sul capo a Guido, e ricingendolo col braccio a mezza vita lo trae verso la porta.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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