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      .. ahimè! ahimè!...
      E il pianto incominciava più procelloso di prima. Tanto soppraggiunse inopinato e nuovo cotesto assalto di dolore, che Beatrice si sentì sgomenta. La costanza, di cui ella aveva fatto procaccio mercè gli esempii e gl'insegnamenti dei filosofi, già stava per venire meno; allorchè, piegando la testa, la percosse il raggio della lampada accesa davanti la immagine della Madonna. Allora ella esclamò:
      - Ah! è vero, ed io me ne scordava; quando manca ogni altro conforto, tu sei la stella di tutte le tempeste. La fede o la ragione delle sostanze spirituali, e noi oggimai tocchiamo la porta della Eternità.
      E tutte quelle donne di subito levandosi, quasi spinte da un medesimo spirito, rifuggirono alla Immagine celeste come i cigni volano sotto l'ale materne, se gli atterriva lo strido del fulmine: e da quella sorgente inesausta avendo attinto acqua di consolazione, tornarono da capo ad apparecchiarsi le vesti funerarie.
      Ecco le donne alternando preci e ragionamenti giungono all'alba del giorno supremo. Dalla plaga di oriente un chiarore roseo e diafano prometteva ai Romani una mattinata dorata e azzurra; - unico vanto, e forse ultima sciagura rimasta alla nostra terra senza fine sconsolata.
      Adesso si presenta uno aiutante di mastro Alessandro; questi si astenne, o non potè venire. Lo aiutante era giovane di anni, e di sembiante duro, non però disaggradevole: costui aveva già da qualche tempo sollevato uno sguardo di amore verso Virginia, nè la lingua si era taciuta a domandare corrispondenza: ella gli aveva risposto abbrividendo da capo alle piante, ond'ei veduto ogni tentativo invano, si era rimasto.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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