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- Mastro Alessandro ha dato di volta alle girelle, esclamò messere Ventura levando un salto maraviglioso; e ben ei seppe esser destro, che la scure balzando giù precipitosa mandò faville su gli scalini, e dove mai lo avesse colto gli avrebbe tagliato le gambe nette come giunchi: poi, trattosi prudentemente da parte, commise alla squadra degli sbirri, che gli faceva corteggio, salisse; a forza lo traesse, e se bisognasse si adoperassero le funi. Ieri aveva il furfante ricevuto la paga, e più cento ducati per lo apparecchio del palco, le carrozze, le tanaglie, il fuoco, la segatura, spugne eccetera; epperò, che va egli fantasticando di figliuola, e non figliuola? Se sarà morta gliela seppelliranno, e per boia non sarà poco: intanto l'esecutore della legge obbedisca prima alla legge. Fortuna fu che mastro Alessandro si fosse disarmato della mannaia, altrimenti giù per cotesta scala sarebbe corso un fiume di sangue: pure sul pianerottolo accadde una fiera baruffa, in cui da un lato e dall'altro si avvicendarono colpi tremendi. Il carnefice, schermendosi da un nugolo di sbirri, ruggiva, pregava, e tuttavia percuoteva.
- Lasciatemi prima aiutare Virginia, e poi ritaglio il capo anche a San Paolo... La figlia!... la figlia mia! Ma che siete peggio dei lupi? Ve lo domando in carità! Quando mi capiterete sotto, vi leverò la testa senza che ve ne accorgiate... fede di boia onorato!
- È matto. - Ti è morta la figliuola? Allegri! Meno galline, manco pipite! O che la serbavi perchè te la sposasse un marchese?
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Alessandro Ventura Alessandro Virginia San Paolo
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