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      O che hai paura che delle baldracche vada sperso il seme?
      Così gli rispondeva la sbirraglia, a cui, vinto dal numero, cesse mastro Alessandro. Stretto nelle braccia, lo spinsero per le spalle giù nella scala accompagnandolo con schiamazzi e grida oscene, le quali irridevano cotesta sua nuova tenerezza paterna.
      Mastro Alessandro superato dalla forza troncò di un tratto le querele, e tacque.
      Volgendo però la faccia alla stanza dove lasciava la figlia, anzi l'anima sua, senza poterla aiutare nè vedere fino a sera, dacchè tutti andavano seco lui, scoppiò in un gemito, e forse scoppiava anche in pianto; ma lo trattenne, udendo moltiplicare le scede degli sbirri non solo, ma di quanti altri ancora l'accompagnavano. Certo i suoi labbri non proffersero il voto di Caligola, ma il suo cuore desiderò che il popolo romano avesse un capo solo per troncarglielo di un colpo. Mentre così da Corte Savella lo traevano a Tordinona, fortuna volle che s'imbattesse in un fratello della Misericordia fuori di servizio, il quale sovente aveva veduto ed udito esercitare con carità veramente cristiana lo ufficio di confortatore. Laonde chiamatolo col cenno, così gli si raccomandava:
      - Cristiano, per quanto amore portate a Gesù Cristo, vi supplico di recarvi a casa mia, in Corte Bavella, ad aiutare la mia figliuola che si muore.
      - Caro mio oggi non sono di guardia, ed ho negozii da sbrigare in Banchi; incombenzatene qualche altro.
      E passò via.
      Poco dopo occorse in un prete: era il priore di San Simone, e con voce sempre più umile lo supplicò:


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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