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      Allo improvviso venne svegliato di soprassalto dal fragore di vetri stritolati, e da un picchio di sasso nelle finestre della sua camera. Al punto stesso una voce lugubre urlava giù per la strada:
      - A che stai? A che stai? Mentre tu dormi, tutti i Cènci vengono menati a guastarsi.
      Si precipita di letto, e spalanca la finestra. L'alba appena spuntava: tese gli occhi, ma non gli riuscì scorgere persona; la voce in lontananza tornò a ripetere la novella desolata:
      - Tutti i Cènci vengono tratti al patibolo, e tu dormi?
      Si veste smanioso; gittasi in carrozza, e, volato alla prigione di Corte Savella, udiva confermarsi la cosa: rientra in carrozza e si affretta al palazzo Quirinale. Ascende gli scalini a due, a tre per volta affannoso, e arriva nell'anticamera del papa. Qui giunto domanda con ansietà ai camerarii gli procurino accesso al sommo Pontefice per negozio urgentissimo; andarne di morte, e di vita: per amore di Dio facciano presto. E non sono partiti ancora?
      Un camerario con molta pausa prendendolo per le braccia, e tenendolo fermo davanti a se in aria beffarda, ma perfettamente garbata, gli dice:
      - Chiarissimo signore Avvocato, ella ha da sapere come qualmente Sua Santità tuttavia riposi.
      - Ma io so che il Santo Padre si alza di buonissima ora.
      In questa un altro camerario, tolto il Farinaccio pel braccio sinistro, gli faceva fare un quarto di cerchio a mancina favellandogli:
      - Ma si assicuri, illustrissimo, che il Papa dorme sempre.
      Un terzo camerario, stretto a sua posta per l'altro braccio Prospero, lo girava a destra, ed anch'egli lo cerziorava:


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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