E si fece più oltre per sospingere gl'importuni, e passare.
Il Farinaccio allora, prontissimo imitando lo esempio del coppiero, in danno di questo gli tolse il bacile di mano, aperse la porta, e penetrò audace nella camera del pontefice. Il coppiere stette lì per gridare: al ladro! Ma subito dopo, non gli parendo verosimile che un ladro di tanto fosse ardito di penetrare là dentro, e molto meno poi da rifugiarsi nelle medesime stanze del pontefice, rimase lì sbigottito; tanto più che il Papa stesso gli accennò con la mano si allontanasse.
Prospero, deposti sopra la tavola guantiera e tazza, si prostrava ai piedi di Papa Clemente dicendo:
- Non mi sia ascritto a colpa, Beatissimo Padre, io ve ne supplico in ginocchioni, di assumere le parti per me onoratissime del più umile fra i vostri servitori.
- Alzatevi...
- Deh no! Santità, lasciatemi così col capo nella polvere, tale dovendo essere lo atteggiamento di cui supplica sconsolato; e me adesso opprime inestimabile amarezza...
Ed aspettava che il Papa lo interrogasse intorno alla causa della sua venula, intendendo spiare dal suono della voce di lui che cosa fosse da sperarsi, e che da temersi; ma il sacerdote stava lì chiuso, e impenetrabile come sfinge di granito; per lo che Prospero ebbe a continuare con la più pietosa voce, che mai fosse udita nel mondo:
- Un grido, e in fede di cristiano vel giuro, un grido sinistro mi ha desto a l'orza gridando: Sciagurato! tu dormi, mentre tutta la famiglia dei Cènci sta per essere tratta al patibolo?
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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