Ma io la scongiurai; con le lacrime agli occhi le feci forza; vi adoperai lo assalto dei domestici affetti, la generosità del sagrifizio, la virtù della carità; ed io ed i suoi parenti, genuflessi intorno al letto dove giaceva con le ossa rotte, e le carni straziate per l'atrocità delle sofferte torture, tese supplici le mani non la lasciammo finchè, vinta, ella suo malgrado e nonostante i sinistri presagi, non ebbe promesso di confessarsi rea nel modo che ha fatto, e nella guisa che alla tradita fanciulla io stesso dettai. Grazia dunque, Padre santo, pietà. Oh! s'ella avesse a morire così per mia colpa, l'anima mia desolata dispererebbe della sua eterna salute.
- Non vi sgomentate per questo; troveremo ben noi la via di mandarvi in paradiso.
- E dalla mia coscienza, chi mai mi salverà?
- La vostra coscienza.
Queste parole, profferite con senso inenarrabile di scherno, caddero sul capo del Farinaccio come una falda di fuoco infernale: levò gli occhi per fissare in volto Papa Clemente: e il volto di Papa Clemente gli apparve di pietra:
- La mia coscienza, riprese Prospero avvilito, mi dice che non avrò più pace.
- L'avrete, - credete a me, che me ne intendo - l'avrete. Meritissimo signor Consultore, io vi conosco per uomo di molta perspicacia, e nella professione vostra singolare. Voi, e di ciò vi tributo la lode meritata, adempieste il nobile ufficio vostro con zelo e perseveranza, che appena potevano rinvenirsi uguali, maggiori non mai. Ora, poichè tanto sapete fare il vostro dovere, soffrite in pace che altri faccia il suo.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Padre Farinaccio Papa Clemente Papa Clemente Prospero Consultore
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