E così allora pensò; molto più dopo, quando conobbe di qual sorte grazia avesse fatto al garzoncello Bernardino il Papa Clemente. Tuttavolta, coll'andare del tempo, col sentirselo ripetere dallo universale, e col riceverne grazie fervidissime, non che da altri, dallo stesso Bernardino, e trovando inoltre il suo tornaconto a credere così, terminò col credere davvero di aver sottratto cotesto fanciullo alla morte. I facili amori, le alterne vicende del giuoco, la plebea gozzoviglia lenirono in prima, poi resero ottuso affatto in lui il senso del rammarico. L'agiatezza che ricavava dallo ufficio di consultore, il credito grande che godeva in corte lo persuasero più tardi ad astenersi dalla difesa dei Cènci per la rivendicazione dei beni fidecommissarii infeudati in benefizio della Camera Apostolica. Si scusava col dire che egli, in quanto a se, aveva fatto assai: adesso altri si provasse: anche Gesù Cristo aver chiamato il Cireneo a sollevarlo dal peso della croce.
Queste ed altre cose diceva con sembiante di vero, ma ell'erano false. Vero unicamente l'atroce presagio del sacerdote scettrato, quando a Prospero Farinaccio, che lo interrogava chi lo avrebbe salvato dalla propria coscienza, rispose: "la vostra coscienza!"
CAPITOLO XXX.
LA MOGLIE.
Mulier diligens est corona viro suo.
Proverbii.
Ma l'amore non dorme. Guido aveva avuto modo di sapere la sentenza funesta appena segnata. Non la temendo così imminente, rimase colto quasi alla sprovvista: non per questo sbigottivasi punto dell'animo, e, ricorso ai banditi suoi novelli amici, mandò sollecito per essi pregando, e quasi ordinando (imperciocchè la sua autorità di giorno in giorno appo loro fosse venuta crescendo) che travestiti di varie maniere si avessero a trovare adunati, senza frapporre indugio, nello Anfiteatro Flavio.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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