- E non pertanto ci siamo accusati di averlo trafitto noi stessi! Io ammazzare il signor padre, che al solo vederlo mi metteva i brividi addosso?... Ma, comecchè fanciullo, io mi sono troppo bene accorto, sai, che anche negando ci avrebbero fatti morire fra mille strazii; così, confessando, almeno ci daranno morte ad un tratto, e mi pare un bel guadagno. Dimmi, fratello, tu che sei uso a vivere nel mondo, la giustizia è sempre fatta così?
- Giacomo rispose co' sospiri; - ma il fanciullo, tendendo le orecchie, prosegue:
- Senti! Giacomo, senti! Che cos'è questa campana che ci piange sul capo?
E Giacomo allora, stringendosi al seno più forte Bernardino, gli domandò tutto smarrito:
- Come ti senti, Bernardino?
- Io? Bene.
- E di morire ti rincresce?
- Mi pare di sì, perchè mi piacciono gli uccelli, e le farfalle, e i fiori pei quali esse svolazzano, e veder correre in giù il Tevere quando è grosso; - e tutto, in somma, mi piace. Qui saluto il sole, che è chiaro e caldo; e di là sento che fa buio, e freddo. Qui, dove sono io so; dove vado me lo dicono, e sarà; ma non lo so di certo.
- Ebbene; or sappi, questa campana suonare l'agonìa di noi altri, che ci sentiamo pieni di vita... Questa campana annunzia che dobbiamo partire, a noi che vorremmo rimanere...
Quasi in conferma delle sue sinistre parole, ecco riaffacciarsi improvvisi sopra la porta del carcere i confessori, e i fratelli della Misericordia.
- Su; coraggio, fratelli, l'ora si approssima; disse una voce lugubre.
- Sia fatta la volontà di Dio, rispose don Giacomo; ma lo interruppe Bernardino:
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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