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      Ed essi:
      - Ma il babbo, dì, ce lo rimenerai?
      - Io no... ma ve lo riporteranno, non dubitate... Addio.
      Piangevano tutti, e si udiva alto dintorno un suono di gemiti, un singhiozzare irrefrenato, come se a ciascheduno degli astanti fosse tratto a morte o figlio, o fratello.
      Si riprende la via della passione. Chi si sentiva fra gli spettatori affaticato delle sofferte sensazioni, chi procedeva cupido di nuove più acute... Anime dure!
      Angiolina rimasta sola presso la desolata Luisa, si trovava sgomenta a trasportarla nelle sue stanze. - Non uno dei tanti servi, non uno dei tanti clienti, ed amici della famiglia Cènci si trovava costà per sovvenirla nello ufficio pietoso. Uomini ed animali si allontanano dalla casa che minaccia rovina. Ella si fece fin presso la strada pure aspettando che qualcheduno passasse. Alla fine gli occorse il vecchio Giacobbe ebreo, che poco oltre il palazzo Cènci teneva bottega di rigattiere (dacchè parmi avere avvertito, che cotesto palazzo si trovasse in vicinanza del Ghetto). Su le prime Angiolina sentì ribrezzo valersi della opera di tale che, secondo le opinioni del tempo, stimavasi men di un cane; ma vinta dal bisogno, così alla trista, lo richiese a darle una mano per portare in casa la povera gentildonna. E Giacobbe, a cui non erano sfuggiti la superbia delle parole, nè l'atto acerbo, tentennando il capo rispose:
      - Volentieri, donna mia. Il Signore nella via sua ha visitato questa casa, e tutti i miseri hanno da essere fratelli.
      Giacobbe entrò in mezzo ai fanciulli, i quali in ginocchioni stavano piangendo intorno alla caduta reputandola morta, e si recò in collo la Luisa consolando tuttavia i fanciulli, ed assicurandoli che la mamma era viva.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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