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      - Dall'alto si vedeva la gente fuggire qual da un lato, qual dall'altro, e respinta respingere; sicchè il moto si propagava lontano.
      Un pugno di uomini, distinto col pampano al cappello, si avanzava chiuso e taciturno, menando colpi di stile a diritta e a manca. Quanta, e quale si spargesse dintorno la paura, quanto lo scompiglio, e come alte e disperate rimbombassero le grida, non sono cose che le si possano convenientemente con parole significare. Gli scudieri tentavano sospingere i cavalli, ma questi spaventati ricalcitravano: gli sbirri, come coloro che sanno quanto peso di odio si aggravi sopra lo infame loro capo, attendevano a mettersi in salvo. Fratelli della Misericordia, sacerdoti, torcie, Cristo, gonfaloni, ogni cosa a rifascio.
      Mastro Alessandro, ritto su la carretta, si teneva sempre sotto mano Giacomo e Bernardino Cènci, come falco che stringa due passeri fra gli artigli. Mirabili gli atteggiamenti ed i segni della passione, così degli uomini come delle donne, dai veroni, dai tetti e dai palchi; pietosissimi i guai della gente sbattuta su la piazza: alcuni calpestati, altri soffocati morirono; donne gravide si sconciarono: parecchi perfino, o per lo spavento, o pel calore del sole che picchiava loro sul capo intensissimo, o per ambedue queste cause, ammattirono. Per arroto al tramestio alcuni palchi, tra per essere abborracciati, tra per andare stracarichi di persone, si fracassarono con orribile rovina; e dei caduti qual si ebbe o gamba, o testa, o braccio rotti, e nessuno rimase senza ammaccatura.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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