Quando la ingiustizia avrà consumato il suo regno, ch'è breve, la pietà eterna forbirà la nota d'ignominia stesa sopra il mio nome, ed io sarò il sospiro di quante vivranno in questa terra vergini belle, ed infelici. Addio.
Il sogno di Giacobbe adesso si rinnuova agli occhi del popolo romano. Un angiolo ascende su per una scala al paradiso. Ai più lontani apparisce il suo capo velato, poi le spalle, poi i fianchi; adesso è sorta tutta in piedi sul palco.
- Tu hai promesso toccarmi soltanto col ferro, parla al carnefice; tu almeno mantieni la fede, e m'insegna quello che io mi debba fare.
Ed egli glielo disse.
Bernardino teneva sempre il volto turato col tabarro rosso: ella gli si accostò cauta e leggiera, e depose sopra i suoi capelli un bacio a fior di labbra. Un tremito corse per le ossa al garzoncello, che, remosso alquanto il tabarro, guardò, e vide la bellissima faccia della cara innocente.
E svenne per la terza volta.
Beatrice agile cavalca la panca, e si distende prona sopra la tavola. Il molle di cotesto atto, che Amore illeggiadrì con le grazie pudiche, percosse anche la mente del carnefice, il quale pensando alia figlia, esita a disfare quell'amabile forma; ond'essa, accortasi di alcuna dimora, comandò:
- Ferisci.
E il braccio scese. Tutti chiusero gli occhi; e l'aere battuto eccheggiò di un solo, lacerante, e lunghissimo grido.
Il capo spiccato non agitò fibra: vi rimase fisso il sorriso col quale moriva, lusingata dalle visioni di una vita migliore; all'opposto il corpo si ritirò meglio di quattro dita, e si dibattè tremendamente convulso; poi tacque.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Giacobbe Amore
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