Dopo la bara, curvi sul dorso sbucarono fuori quelli che l'avevano sospinta, e fra questi uno, il quale, come se non pregiasse, o avesse in uggia la facoltà data all'uomo di stare dritto su i piedi con la faccia volta al firmamento, a mo' di bestia camminava carpone. Egli era Otre, lo stupido ubbriaco. Uscito fuori torse la faccia, e con occhio sanguigno fissando il boia, aperse la immensa sua bocca, e disse:
- Prendi! Dio non aspetta il sabato; ti paga subito.
E levato il tappeto mortuario, scoperse il corpo inanimato della povera Virginia. - Poi alzatosi su dritto, e mostratigli i denti nella guisa che le scimmie, dispettando, costumano fare, soggiunse:
- La giunta vale la carne... to'... to'...
E barcollando si allontanava.
Il giovane Ubaldino Ubaldini fu trasportato con molto riguardo in casa la bella Renza sua sorella, che fu moglie del signor Renzi; e quivi, con quanta maggiore secretezza fu potuto, attesero a curarlo; sennonchè lo affetto paterno e lo zelo dei medici gli tornarono invano per la furiosa febbre accompagnata da delirio, che di subito lo assalì. I medici ristrettisi con la signora Renza, con le lacrime agli occhi le dettero il povero giovane come spacciato; ammonendola per di più, che se passava la nottata non sarebbe giunto a terza del giorno veniente. In vero su lo spuntare dell'alba il male si aggravò, e così com'era delirante chiese carta, e matita. Per acquetarlo glieli dettero, ed egli con la benda agli occhi, e vagellante schizzò il ritratto della Beatrice, maraviglioso a vedersi per purità di contorno, e per somiglianza; e fu questo il disegno che, pervenuto nelle mani a Maffeo Barberini, servì di scorta a Guido Reni per condurvi sopra lo egregio ritratto, del quale abbiamo già tenuto proposito.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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