..... exeredavit, sive ejus successione privavit".
(55) PLUTARCO narra diversamente il caso di Timone il Misantropo. "Un giorno, egli dice, Timone si presentò alla bigoncia. Il popolo trasse ad ascoltarlo, ed egli favellò così: "Ateniesi, io possiedo un campo; adesso sto per fabbricarvi sopra una casa; in mezzo a quello sorge un fico bellissimo, dove parecchi dei miei concittadini presero la lodevole usanza di andarsi ad impiccare: ond'io (non volendo così repentinamente privarvi di un tanto benefizio) vi avviso, che se qualcheduno avesse voglia di fare questa faccenda si affretti perchè, da quanto avete sentito, non ha tempo da perdere".
(56) Nel maggio del 1849, quando venni trasportato a Volterra, mi furono cortesi di offerirmi di logorare la mia vita a scelta; o nel maschio, dimora del Conte Felicini di scellerata memoria, o nell'ospedale dei condannati: scelsi l'ospedale. Un lieve assito, divideva le mie dalle celle degl'infermi, sicchè le notti mi riescivano fuori di modo affannose pei rammarichii, e pei gemiti dei giacenti; spesso anche pel rantolo degli agonizzanti. Una volta il moribondo, dibattendosi nelle estreme convulsioni, precipitò giù dal letto con orribile fracasso; al rumore del tracollo si svegliò la guardia che dormiva, e andò per dargli aiuto ... ma il meschino di aiuto non aveva più bisogno: egli era spirato!
(57) DANTE, Purgatorio, Canto XII.
(58) SENOFONTE. Repubblica di Sparta, Cap. IX.
(59) SAMUELE II. Cap. XII, n. 23.
(60) Il signore De Genè, trattando degli errori popolari che corrono intorno gli animali, deplora meritamente che la Chiesa abbia tolto per simbolo di cosa tanto solenne uno errore popolare.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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