Nè qui rimase il crudele giuoco. I padroni erano separati dai proprii servi, e invece loro comparvero giovani ignudi anneriti a modo di Etiopi; e tenendo in mano una spada sfoderata si posero silenziosi e terribili a intrecciare un ballo tondo intorno ai convitati, e poi ognuno di loro si recò presso al letto di un commensale per ministrargli. I cibi furono in tutto simili ai consueti a imbandirsi ai defunti nei funerali. Grande fu, ed è da credersi, la paura dei convitati; e Domiziano, per accrescerne lo spavento, favellava di gente trucidata e di stragi commesse per sollazzo del signore. Terminato il pranzo, con lieta cera accomiatò quegli sciagurati più morti, che vivi. - DIONE CASSIO in CUVIER. Storia degl'Imperatori Romani, lib. 17. § 2. Evidentemente questo racconto somministrava a Vittore Ugo la idea della scena dei cataletti nella Lucrezia Borgia.
(65) Fuori le frutta nei tempi passati significò ordine, di strage a tradimento, ed eccone il perchè. Alberigo dei Manfredi, Signori di Faenza, nella sua ultima età si rese frate Gaudente: egli fu tanto crudele e dispietato uomo, che venuto in discordia co' consorti, cupido di levarli di terra finse volere riconciliarsi con loro; e dopo la pace fatta li convitò magnificamente, e nella fine del convito comandò venissero fuori le frutta, le quali erano il segno dato a coloro, che gli avevano a trucidare. Adunque di subito saltarono dentro, e uccisero tutti quelli che frate Alberigo volle che morissero. LANDINO. - Una nota del Cod.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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