crescono i gigli della campagna; essi non faticano, e non filano. E pure iovi dico, che Salomone stesso con tutta la sua gloria non fu vestito al pari
di uno di loro".
Evangel. di San Matteo, C. VI, nn. 28, 29.
(70) Il profeta Elisèo sanò Naaman dalla lebbra, e rifiutò qualsivoglia mercede. Il suo servo Ghehazi gli andò dietro, e, mentendosi messaggiero del profeta, si fece dare due talenti di argento, e due mute di vestimenti. Tornato a casa, il profeta Elisèo, consapevole della colpa del servo, gli disse: "la lebbra di Naaman si attaccherà in perpetuo a te, ed alla tua progenie"; ed egli se ne uscì dalla presenza di esso tutto lebbroso, e Bianco come la neve. Re, lib. II. c. V. n. 27. - Simone Mago voleva comprare da san Pietro i doni dello Spiritossanto, ossia la facoltà di operare miracoli: e non li potendo operare per virtù di Dio, s'ingegnò operarli con lo aiuto del diavolo. La leggenda narra che il Mago ne diventò tanto superbo, da sfidare san Pietro: da una parte e dall'altra si fecero parecchie prove, come successe fra Moisè e i Maghi di Faraone: finalmente san Pietro, che stava su lo avvisato di giuocare all'altro un bel tratto, di repente si levò per aria. Simone Mago lo volle imitare; e san Pietro, quando lo vide bene alto, con la sua maggior virtù operò che quegli cadesse in terra di sfascio, e si rompesse ambedue le cosce. Di qui nasce la differenza, che corre fra Simonia e Geezzia, peccati ecclesiastici: la prima è compra di cose sacre, e specialmente di ufficii di chiesa; la seconda è mercede di grazie operate.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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