(85) Presso la città di Mirina, nella isola di Lenno, sorge il colle dove gli antichi immaginarono cadesse Vulcano: il colle era sacro a Nettuno, e nei tempi vetustissimi vi s'inalzava una cappella consacrata a Filottete. Ogni anno vi saliva un sacerdote, il quale, fattivi i debiti sagrifici spargendo grano ed orzo, raccoglieva certa quantità di terra fulva, o giallo accesa; e postala sul carro la portava dal tempio giù alla pianura, e quivi col sigillo della dea Diana la suggellava. Questa era la terra lemnia, sacra, e sigillata, alla quale gli antichi attribuivano la virtù di saldare le ferite, arrestare i flussi sanguigni, preservare dai veleni, farli vomitare, guarire morsi di animali velenosi ec. Questa terra ai nostri giorni eziandio con gelosissima cura è conservata, e si sigilla col sigillo del Gran-Turco; poca ne portano in cristianità, dove s'incontra di rado. Galeno ne fa menzione nel libro IX, ove tratta delle facoltà dei semplici. - THOMASO PORCACCHI, Libro della descrizione delle Isole più famose del mondo, p. 140. Venetia, 1590.
(86) Plica polonica; malattia del bulbo dei capelli e dei peli. In questa malattia si osserva uno intrecciamento disordinato, una conglomerazione ed ingrossamento dei capelli o dei peli, accompagnati da nutrizione e sensibilità siffatte, che nel tagliarli grondano sangue con inestimabile dolore. Chiamasi plica a cagione dello intrecciamento, e polonica però che sia infermità quasi endemica della Polonia. - ALIBERT, Malattie della pelle, t. I.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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