Tanto, nella stagione che corre, la paura di non essere trovato abbastanza umile, ed obbediente dai suoi Protettori vince nel Pontefice il merito che monaco, o sacerdote possa avere acquistato appo la Chiesa: e i Padri Gesuiti cantano Osanna! Io non gli avrei mai creduti di così poca levatura, come li conobbi a prova.
(108) Numeri, Cap. VI.
(109) Geremia, Cap. ultim.
Propter montem Sion quia disperiit, vulpes ambulaverunt in eo
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(110) Per questi fatti vedi i capitoli storici della Battaglia di Benevento.
(111) Siccome quel che il MACCHIAVELLO scrive intorno alle discordie dei cittadini avrebbe giovato assaissimo negli anni passati, se avessero voluto leggerlo, e meditarlo; e siccome, forse, potrebbe essere di utilità nei futuri, io qui lo riporto supplicando Dio che i miei lettori lo antepongano, come merita, al testo:
Le gravi, e naturali nimicizie, che sono intra gli uomini popolari, ed i nobili causate dal volere questi comandare, e quelli non obbedire sono cagione di tutti i mali, che nascono nella città: perchè da questa diversità di umori tutte le altre cose, che perturbano le repubbliche prendono il nutrimento loro. Questo tenne disunita Roma, questo, s'egli è lecito le cose piccole paragonare alle grandi, ha tenuto divisa Firenze, avvegnachè nell'una, e nell'altra città diversi effetti partorissero. Perchè le inimicizie, che furono da principio in Roma infra il popolo, ed i nobili disputando, quelle di Firenze combattendo si disfinivano. Quelle di Roma con una legge, quelle di Firenze con lo esilio e con la morte di molti cittadini terminavano.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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