Quelle di Roma sempre la virtł militare accrebbero, quelle di Firenze al tutto la spensero. Quelle di Roma da una ugualitą di cittadini in una disuguaglianza grandissima quella cittą condussero; quelle di Firenze da una disuguaglianza ad una mirabile ugualitą l'hanno ridotta. La quale diversitą di effetti conviene sia da diversi fini, che hanno avuto questi due popoli, causata. Perchč il popolo di Roma godere i supremi onori insieme coi nobili desiderava, quello di Firenze per essere solo nel governo, senza che i nobili ne partecipassero combatteva. E perchč il desiderio del popolo romano era pił ragionevole, venivano ad essere le offese ai nobili pił sopportabili, talchč quella nobiltą facilmente, senza venire alle armi, cedeva: dimodochč dopo alcuni dispareri a creare la legge dove si soddisfacesse ai desiderii del popolo, i nobili nelle loro dignitą rimanessero, convenivano. Dall'altro canto il desiderio del popolo fiorentino era ingiurioso, ed ingiusto, talchč la nobiltą con maggiori forze alle sue difese si preparava, e perciņ al sangue, ed allo esilio si veniva dei cittadini. E quelle leggi, che poi si creavano non a comune utilitą, ma tutte in favore del vincitore si ordinavano. Da questo ancora procedeva, che nelle vittorie del popolo la cittą di Roma pił virtuosa diventava, perchč potendo i popolani nell'amministrazione dei Magistrati degli eserciti, e degl'imperii essere con i nobili preposti, di quella medesima virtł, ch'erano quelli si riempivano, ed in quella cittą crescendo la virtł cresceva la potenza.
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Beatrice Cčnci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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