(120) Questo miracolo veramente non operò Santo Antonio, bensì San Dunstano abbate di Glaustenbury, e questa sua presa del diavolo con le molle tanto grande autorità gli compartì sul popolo, ch'egli ne trasse baldanza da imprigionare, e perfino uccidere la sua regina, senza che per ciò ei ne menomasse il credito. HUME, Storia d'Inghilterra, t. I. - Così sacerdoti, e re procedono concordi finchè si tratta immontonare il Popolo; immontonato che sia, si divorano fra loro; e la storia è lì aperta per dimostrarlo.
(121) Pur troppo anche questa malattia terribile travaglia la umanità! I pratici la distinguono in bulimo, cinoressìa e licoressìa. Il granatiere Tarare divorava un quarto di bove per giorno; in pochi minuti si trangugiò il desinare apparecchiato a ventiquattro operai: inghiottiva carboni, calcinacci, turaccioli di sughero, ciottoli, quanto insomma gli capitava sotto le mani; gli piacevano le serpi; mangiava i gatti vivi vivi, e dopo mezza ora ne vomitava il pelo. Essendo sparito dall'ospedale un fanciullo mentre egli vi soggiornava, caddero sospetti sopra di lui, che se lo fosse divorato; però lo cacciarono via. Morì nel 1799 di diarrea purulenta, che accennava putrefazione di visceri addominali. Vedi il DESCORET, Medicina delle passioni. Nel medesimo scrittore è da vedersi la storia di Anna Dionisia Lhermine, ammalata di fame canina. A me basti riferirne questo, ch'essendole caduto un tozzo di pane nella catinella mentre il cerusico la salassava, lo ritrasse, e se lo mangiò avidamente così com'era insanguinato; e che, presso a morire, ormai impotente a mangiare, pregò sua sorella che le mangiasse accanto al suo capezzale, perchè: "se il buon Dio non voleva ch'ella mangiasse più, potesse almeno morire col piacere di veder mangiare".
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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