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      BALDACCHINI, Vita di Tommaso Campanella, p. 90. - Tuttavolta io trovo un Duca di Ossuna vicerè di Napoli nei tempi antecedenti al primo Conte di Lemos: questa carica durava tre anni; onde io ho ritenuto che fosse quel desso, che vi ritornò nel 1618. Ad ogni modo se avessi commesso anacronismo, mi verrà, io spero, di leggieri perdonato in grazia di aver fatto conoscere il cervello balzano di cotesto duca, il quale nella sua vita sperimentò gli estremi così della prospera come dell'avversa fortuna.
      (138) Questo fatto ho letto narrato nella Storia di Venezia del DARU, che riporta eziandio le affettuose, e forti suppliche di questa egregia moglie in pro del marito, caduto in disgrazia della Corte di Spagna.
      (139) Terribile insegnamento ai Principi, se lo volessero intendere, darebbero le avvertenza contenute nel testamento di Filippo II re di Spagna. Di loro, sia che vuolsi: al Popolo, cui è familiare cotesto personaggio per la terribile tragedia dell'Alfieri, non fia discaro conoscere come finisse quel pugno di polvere coronata, che per la potenza e per la voglia di operare il male fino dai suoi tempi venne salutato col nome di demonio meridiano. Nè vi ha pericolo che verun Gesuita la riprenda per lui, sostenendo esagerato il racconto, dacchè egli è desso che scrivendo ammonisce il figliuolo, il quale ben fu più imbecille, non già meno tristo di lui: "Una infinità di esperienze, travagli, fatiche, disegni, e pretensioni (la più parte inutili) mi hanno fatto conoscere (ma troppo tardi pel mio bene, e per quello dei miei popoli, e vicini) le cose necessarie al buon governo dei popoli.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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