Pagina (18/469)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E senza attendere risposta, - quantunque si udissero risuonare dintorno: - padrone, - ella si accomodi, - è di dovere, - e simili altre frasi profferite senza pregiudizio di biasimare a voce bassa quello che si loda a voce alta, - e senza attendere risposta, gravata la mano sinistra su la criniera, di un salto balza in sella, spinge di gran carriera il cavallo. Venuto in parte ove non temeva più gli sguardi o la voce della duchessa, si volge, e vede come tutti i suoi convitati tenessero in lui intenta la faccia, onde è che compiacendo alla lusinga della vanità, nonostante la voglia che pure avea grande di recarsi a Firenze, arresta di repente il cavallo, e quello sta come di bronzo fuso; poi fatto arco della coda e del collo, volteggia ora a destra, ora a sinistra, o si slancia disteso al salto della barriera, e aggruppa le gambe ad altre figure, insomma esercita tutte quelle destrezze che buon cavallo sa fare col buon cavaliere. Gli spettatori ammirati se ne congratulavano con la duchessa. Le donne poi non rifinivano di levare a cielo il prestante cavaliere, e quelle lodi erano come tante coltellate al cuore della povera moglie, che pure avea occhi per conoscere tanta vaghezza, e mente per pregiarla, e anima per amarla svisceratamente, e a chiara prova vedeva come oggimai fosse per lei perduta senza rimedio. Il duca, avvolto da un nuvolo di polvere, disparve.
     
     
      IV.
     
      Si apre con impeto la porta della camera ove dorme il fanciullino, e imperversando vi si lancia dentro la duchessa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





Firenze