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      Dalla mano languida sfugge il ritratto, - i labbri si agitano senza parole, - sviene.
      Mamma mia, come ti fai brutta!
      esclama il fanciullo.
      Brutta!
      - urlò la duchessa. - "Anche tu godi a contristarmi? - Iniqui tutti, e maligni! Cecilia stessa nel procurarmi con tanto studio il ritratto, chi sa non lo abbia fatto a bella posta per umiliarmi? - Che dico forse? certamente è così! Ed io ringraziava la perfida amica!... Iniqui tutti! Ma tu, vipera riscaldata nel mio seno, non devi unirti co' derisori del tuo sangue. - Se adesso sono brutta, non lo era prima di generarti... sai? - Il travaglio di portarti nove mesi in questo mio fianco, - i dolori ch'ebbi a soffrire nel metterti al mondo, mi hanno ridotta così, sciagurato! - Anche tu mordi le poppe che ti hanno porto il latte, figlio di traditore, e nipote di traditori. - Maledetto il giorno in che ti concepiva! - Va, - dopo una vita di stenti ti attenda una morte d'infamia!... possa una moglie infedele renderti con usura quello che tuo padre fa sopportare a me! - L'ultimo oggetto che ti percuota la vista sia - l'abbracciarsi, - l'ultimo suono che ti giunga all'orecchio sia - il lagnarsi degli adulteri, che di troppo si prolunghi la tua agonia. - Prendi, tristo fanciullo! - prendi, ribaldo! piangi anche tu..."
      Alla procella delle parole e dei colpi, che lo percossero per la faccia e sul capo, il bambino rimase come trasognato; - poi proruppe in pianto senza freno: il singulto così profondo gli stringe la gola, che pareva volesse strangolarlo: - faceva proprio pietà!


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469