- Finchè l'anima conserva la memoria delle cose a lei più caramente dilette, l'Angiolo della speranza la ricopre con le amorose sue ali.
Quando ebbe posa quello ardente affetto, e fu concesso agli amanti l'ufficio della parola, la Caterina favellò prima dicendo:
Iacopo, vieni qua, - riposati. - Santa Vergine, come sei bagnato!
- E qui l'amorosa gli toglieva il mantello. "O che si è guasto il tempo?"
Si apparecchia una notte d'inferno.
Già... dev'essere; - la burrasca dei morti.
E il giovane crollando il capo, e ridendo, si pose a sedere sopra un lettuccio, e recatasi su le ginocchia la Caterina, che cingendogli di un braccio il collo prese a comporgli i lunghi capelli, continuava il colloquio interrogando:
O che cosa hanno che fare i morti con la burrasca?
Che cosa vi abbiano a fare io per me non saprei; ma egli è certo che nella notte dei morti succede sempre la burrasca. Io mi ricordo avere udito da sante donne raccontare, come la misericordia di Dio conceda durante questa notte che i defunti, lasciate le antiche sepolture, tornino a visitare i luoghi donde si sono dipartiti: e quelli che furono buoni si valgono della grazia per visitare i loro diletti, e prevenirli della lieta o rea fortuna, o con qualche sapiente consiglio ammonirli; i tristi poi si spargono per l'aria e s'impadroniscono del fulmine, del tuono e dell'uragano: - allora o si rovesciano sul mare, e la mattina tu vedi sopra la sponda una vedova e un cadavere, - o percorrono la terra, e presa la forma di perfidi fuochi folleggiano davanti al pellegrino smarrito, e lo spingono giù nel dirupo, ove non pochi monticelli di terra sormontati da croci accennano i sepolcri dei poveri precipitati.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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