.. oh! ella ò cosa piena di abominazione...
Amiamoci, Caterina,
stringendosela nelle braccia il giovane appassionato favellava, siccome quello che conosceva essere l'amplesso irresistibile argomento in amore, "amiamoci con tutte le potenze dell'anima. Il paradiso è albergo delle anime innamorate..."
Sì, ma di quelle che intesero il diritto amore: le altre vanno senza fine sbattute dalla procella giù nell'inferno...
Dov'è l'inferno?...
Un terribile fragore rompe le parole del giovane. Le finestre si spalancano. I frantumi dei vetri mandano suoni sparsi, acuti e prolungati, finchè il vento, dopo averli percossi in mille guise e in mille oggetti, li trasporta lungi di là. I telai scassinati vanno in pezzi battendo sul pavimento e pei muri. Un turbine di grandine inonda la stanza. Mobili, lume, ogni cosa sossopra; e poco dopo, dai fianchi del cielo orribilmente squarciati, un tuono che scuote dai fondamenti la casa, e una fiamma di fuoco che allaga la stanza.
Per le ossa dei due amanti scorre un gelo di orrore: forte l'uno l'altra abbracciando, - mentre volgono attorno lo sguardo atterrito, - ecco si presenta uno spettro avvolto per entro un lenzuolo, co' capelli bianchi scarmigliati, che agita, - agita la destra levata in atto di maledizione.
Dopo un istante, tenebre.
Ma per quel buio, accompagnata dal rombo del tuono si ascolta una voce, e al punto stesso un oggetto coglie la Caterina in mezzo della fronte. - La voce diceva:
Caterina, perchè hai tu contaminato i miei capelli bianchi? - A che mai tanta fretta?
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Caterina Caterina
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