All'improvviso si apre fragorosa la porta delle stanze del duca, e quinci esce la duchessa con un doppiere acceso nella destra: era pallida come morta; gli occhi aveva lucidi di fuoco febbrile; vestita di abito nero, co' capelli sciolti giù per le spalle: pareva lady Macbeth(15) sonnambula pel rimorso de' commessi delitti: traversò la sala, e andando verso il suo appartamento disse con voci rotte e sinistre:
Ben venga il signor nostro a darci quelle contentezze che il nostro cuore desidera!
Il duca levò la faccia. La visione era sparita.
VIII.
La vigilia di Natale del 1637, verso le ore dieci di notte fu aperta con molta precauzione la impannata della osteria del Giardino...
Ella era pure magnifica cosa l'aspetto della osteria del Giardino in quella benedetta serata! - Sei od otto tavole imbandite con tovaglie bianchissime, arnesi lucidi, bicchieri scintillanti, e fiaschi con la stoppa in cima, a guisa del pennacchio bianco che portava Enrico IV su l'elmo quando disse ai suoi cavalieri: - Contemplatelo fisso; voi lo vedrete sempre nella via dell'onore(16).
Arrogi, un fuoco da casa del diavolo, - attizzato però allo scopo innocente di arrostire capponcelli e pippioni, che parevano si struggessero proprio da giubbilo di sapersi riservati a così fausti destini; imperciocchè sia destino dei pippioni, capponcelli e simili concludere la vita loro infilati e arrostiti siccome insegna la esperienza, - la quale, secondo che ne avverte Aristotele, è maestra suprema delle cose.
Ma gli attori mancavano al dramma.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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