Senza fede! Ve', che ferriera! - Apprendi, oste, che allorquando il tuo diavolo nasceva, il mio andava ritto alla panca. - To', - ed impara...
E stretto nel pugno il mucchio glielo gittò nel viso, aggiungendo: - "questa è la mancia!"
E si alzò conducendo seco il Canacci.
L'oste trasognato lo accompagnava fino all'uscio col berretto in mano, non sapendo dire altro, che:
Illustrissimo, si persuada... - le traveggole....
E quando si fu bene assicurato che era lontano, asciugandosi la fronte mormorò:
A casa del diavolo! - che già deve essere casa sua.
Da quella sera in poi non fu più veduto il Canacci.
IX.
L'ultimo dell'anno 1637 la nebbia ingombrò così grave e insistente le vie di Firenze, che dalla densità in fuori pareva la cenere di Pompei. Poco si distinse il giorno dalla notte, e verso le ore ventitrè d'Italia già era buio fitto. Allora certe sinistre figure imbacuccate nei tabarri presero a scorrere la via dei Pilastri, borgo a Pinti ed altre strade vicine. Alcuni di questi scherani portavano sotto al ferraiuolo la lanterna, e quando passava qualche borghese alla spicciolata, gli erano addosso e gli mettevano la lanterna alla faccia per bene riconoscerlo. - Se il povero borghese rimanesse senza fiato non è da raccontare. - Votandosi a tutti i suoi Santi, egli allungava le gambe, conciossiachè la città andasse da stragi quotidiane funestata. Di rado passava notte, che la campana della Misericordia non risvegliasse e atterrisse i cittadini, i quali però, recitata una breve orazione per l'ammazzato, davano una giravolta per il letto, e nuovamente si addormentavano.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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