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      Le leggi tacevano: le case magnatizie salariavano ostensibilmente sicari, bravi e scherani, di cui lo ufficio consisteva nel distribuire di buone pugnalate alla bruna su lo svoltare del canto a coloro che avevano incorso la disgrazia del nobile padrone che li nudriva. - Io dirò cosa incredibile, e vera: Ferdinando II, non che altri, manteneva bravi ai suoi stipendi, e tra gli altri quel sì famoso Tiberio Squilletti, comunemente chiamato Fra Diavolo, ed anche Fra Paolo, perchè apostata dall'Ordine di San Francesco; il quale all'ultimo si fece ribelle, ruppe le strade, invase, uccidendo e predando, la stessa Firenze, e finalmente preso, consumò la vita nelle carceri del Bargello(20).
      Alle dieci ore di notte, una carrozza senza stemmi tirata da due poderosi cavalli giunse in borgo a Pinti, e si fermò sul canto dei Pilastri, accostandosi al muro quanto meglio poteva. Subito dopo una persona larvata con maschera di velluto affacciò il capo allo sportello, e trasse da certo arnese di argento un fischio acuto. Si sentirono passi accelerati, ed un grande uomo incamuffato giunse affannoso alla carrozza.
      A che ne siamo, Margutte?
      Bisogna aspettare... l'amico è in casa.
      Da molto?
      Di prima sera...
      Ah!
      La maschera tratto un sospiro profondo tornò a gittarsi dentro la carrozza.
      I fischi si succedevano con frequenza, e l'uomo pronto sempre correva, e la persona sempre lo molestava con domande impazienti, ond'egli spesso mormorava tra i labbri:
      Al diavolo la indemoniata!
      Poco prima di mezzanotte il duca di San Giuliano uscì di casa Canacci.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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