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      Poco applauso ebbe questa esecuzione della giustizia, restando molto scandalizzati gli uomini da bene che fusse punito di pena capitale il meno colpevole, il quale, come addietro si disse, era stato tirato per i capelli in quell'intrigo, et il quale per essere giovanetto e debole di forze e di spirito (e che per tale era riconosciuto), fu forse per forza di tormenti fatto dire più di quello poteva: e che la duchessa, delinquente ordinatrice e direttrice di tanto eccesso, non avesse altro gastigo che quello le arrecò la propria conscienza e la propria vergogna, che forse è stata cagione che poco o mai, dopo tal accidente, l'abbiamo veduta in Firenze. La serenissima madama Cristina di Lorena, avola del Gran Duca Ferdinando secondo, allora et ancora dominante (principe di grande spirito, e di buona e santa vita, e molto zelante della giustizia), mossa forse dall'atrocità di tanto eccesso ebbe concetto di far ritenere la duchessa, la quale seguito il fatto per levarsi dalla vista del popolo s'era ritirata nella sua villa di San Cerbone in val d'Arno, ma avvisata a tempo del pericolo, partendosene ben presto si trasferì a Roma, e la giustizia senza far contro di lei altra dimostrazione le diede l'esilio, dal quale ancora non molto dopo fu liberata.
      Cotal fine ebbe la barbara inumanità della duchessa Veronica Cybo, moglie del duca Iacopo Salviati; la quale non per odio o malignità alcuna, ma per ammaestramento de' posteri, è stata da me sinceramente descritta con tutte quelle particolarità che dopo lo spazio di circa venti anni ho potuto rinvenire; il che ho fatto tanto più volentieri, quanto che in quel tempo si disse che la giustizia (se tal nome ella merita) per alleggerire i più grandi et aggravare i più deboli, e così gettare (come si dice) un poco di polvere negli occhi al popolaccio, haveva fabbricato due processi, uno veritiero et un altro composto; che il veritiero rimase occulto, et il composto fu pubblicato.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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