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      Faccia adunque, chi legge questi miei Ricordi, capitale a suo pro della lettura di essi, et abbia a mente, che siccome tutti i proverbi sono approvati, nel descritto caso notabilmente s'è notificato, et assieme verificato, quello che giornalmente si sente dire, che chi pratica con gran maestri è sempre l'ultimo a tavola, e il primo a' capestri.
      È fama che la duchessa, non sazia affatto di tanto spargimento di sangue, più che mai inviperita contro il duca suo marito, contro il capitano Cosimo de' Pazzi e contro Vincenzio Carlini, supposti da lei ministri de' suoi amori, havesse concetto di far avvelenar quello, et uccidere questi, et egli ne vivesse lungo tempo in gran sospetto, e con estrema cura e diligenza s'assicurò d'ogni mal incontro; e gli altri due, cioè il Pazzi et il Carlini, avvertiti dal duca della cattiva intenzione della duchessa sua moglie verso di loro, il primo, come uomo accorto e pro' della sua persona, stette molto tempo guardingo, camminando per la città armato; e l'altro, cioè il Carlini, presa l'occasione del signor Ottavio Pucci, al presente ministro di camera dell'altezza eminentissima del signor cardinale Giovanni Carlo di Toscana, che di quel tempo partì di Firenze per viaggiare, e da lui preso in sua compagnia, scorrendo la Francia, la Spagna e l'Alemagna et Inghilterra, stette qualche anno fuori di Firenze."
     
     
     
     
      LA SERPICINA.
     
      RACCONTO.
     
      Quæ ipse vidi .... et magna pars fui.
      ÆNEID.
     
      Era l'ultimo giorno di carnevale, ed io me ne stava sopra un monte altissimo, dove non saprei dire quante, ma da ore ben molte cadeva in fiocca neve fredda e copiosa quanto.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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