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Mangiarmi vivo! Pensateci due volte, che io sono più di tre bocconi senza contare gli ossi: paionvi queste cose da serpenti garbati? Non vi si rizzano i capelli sul capo a favellarne soltanto?" - "Io non ho capelli." - "Non vi spaventa il bargello?" - "Le leggi non si occupano di serpenti." - "E l'inferno?" - "È casa mia..." - "Ma insomma in questi paesi non costuma mangiare gli uomini vivi: - tosarli un po', strizzarli, - pazienza! ma divorarli poi..." - "La metterò io questa usanza." - "Ma non ricordi come io ti campassi la vita? come intirizzita dal mezzo della strada ti ritraessi, nel buco ti accomodassi, di fieno ti ricuoprissi?..." - "Appunto perchè io me ne rammento bisogna che ti mangi vivo." - "Questa è una atrocità! questa è una ingiustizia!" - "Atrocità può darsi; ingiustizia no: e se tu fossi andato a studio, i dottori ti avrebbero insegnato come somma giustizia corrisponda a somma ingiuria." - "Ed io protesto d'ingiustizia." - "Ed io controprotesto che sbagli; e poichè sono una serpe onorata e gentildonna che scendo in linea retta da Cadmo, e i soprusi non mi piacciono, così mi offro pronta a farla giudicare." - "Ebbene sia: ma chi chiameremo noi per giudice?" - "Per me tanto io confido nella bontà della mia causa che te ne lascio la scelta." - "Andiamo oltre, che qualcheduno ci si parerà dinanzi capace a giudicare la lite." - "Andiamo, e Deus provvidebit, come disse Abramo ad Isacco."
Cammina, cammina, ecco farsi incontra a loro un cane che veniva via a scavezzacollo per quanto lo potevano portare tre gambe, che la quarta teneva attratta, come se storpio e' si fosse.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Cadmo Deus Abramo Isacco
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