.. - Ne dubitate voi? I cavalli di Achille non piansero, come ci racconta Omero? Ora se piansero quelli, perchè non potrò fare ridere il mio? Io ho letto perfino che il sole certa volta si messe a ridere(31). Insomma io vi affermo che ei rise, e voi ci potete giurare.
Il cavallo, quantunque repugnante, pur mosso dalle premurose istanze, favellò: "Basta; contenti voi, contenti tutti: esponete la ragione." La espongono; e appena hanno chiuso le labbra che il cavallo annitrisce: "Su l'anima di cavallo di garbo, serpe, tu puoi divorarti l'uomo senza un rimorso al mondo."
Possibile!
esclamò angosciosamente il montanino; "ma che diavolo ti hanno fatto gli uomini, onde tu gli odii tanto?"
Che cosa mi hanno fatto?
tuonò ferocemente il cavallo. "Guarda, e vedi se vi ha dolore uguale al dolor mio? Spallato, piagato; e tutto questo per cui? Tempo già fu, snello e leggiadro io volava per le campagne aperte sfidando al corso i venti, empiendo le nari dell'aere vivissimo, pascendo erbe stillanti di rugiada, e prorompendo dal collo un potente nitrito scuoteva i campi e il cielo, ed esultava nel sentirmi riportati dai quattro venti della terra gli echi commossi dalla mia voce. All'improvviso mi si accosta un traditore, mi getta un laccio, mi stramazza prima, e poi mi salta addosso... Se io mi rimanessi o no stupito, lascio considerarlo a voi! Or come se la natura dava a questo traditore due gambe per fare i fatti suoi, quale strana pretensione è la sua di volersi giovare delle mie? E la conclusione di questo mio ragionamento fu un così gagliardo scrollo di groppa, che mandò il traditore a ruzzolare ben venti passi sul prato.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Achille Omero
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