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      Intanto, dormi in pace, o Muzio, e la terra ti sia leggiera.
      HOFFMANN, Orazione funebre del gatto Muzio.
     
      Da quel caso in poi la mia infanzia scorse per una sterilità spaventevole di sensazioni..... ed io soprattutto m'irrito contro gli stupidi genitori che assettano i loro figli negl'Istituti ove tutte l'educazioni di natura diverse sono tagliuzzate sopra il modello medesimo.
      HOFFMANN, Manoscritto del gatto Murr.
     
     
     
      Mi stese la mano, - come tutte le sere quando io lo lasciava sopra la soglia della sua casa dopo avere percorso più miglia lungo il lido del mare silenziosi e mesti.
      Giovani entrambi, quantunque d'indole, di corpo e di voglie affatto diverse, una invincibile tristezza ci univa finchè gli durò la vita, la quale fu breve e senza gioie: egli rassegnato, io ribellante; egli mansueto, almeno in sembianza, io iroso; egli sazio del presente, disperato del futuro, io dell'avvenire fidentissimo, e cupido d'impadronirmi del tempo; egli argomentatore per via di formule, io pieno di fantasimi; egli pauroso di darsi in balía delle immaginazioni, io non che inchinevole, lieto di lasciarmi trasportare dal torrente della fantasia; egli biondo e di sguardo azzurro e tranquillo, io nero e bieco: e nonostante, la tristezza comune ci tenne uniti. Così ai tempi del Terrore in Francia il taglio del ferro congiunse in fondo della paniera con bacio sanguinoso la testa del nobile e del plebeo, del bello e del brutto, dell'animoso e del codardo!
      Mi stese la mano con la quale egli soleva stringere la mia, - più forte se alla stretta non aggiungeva parola; - meno forte se l'atto accompagnava con un saluto di addio, o con un desiderio di rivedermi il giorno veniente.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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