Gli eruditi diventati presuntuosi non si piegano a tornare nelle comuni officine; reputandosi molto da pių de' compagni, male si adattano ad esercitare arti pari; scontenti dell'attuale condizione, altra ne agognano che non possono conseguire; ricorsi per aiuto ai protettori, sentiranno opporsi: - O non avete braccia per lavorare? o non siete periti nella calligrafia, nel calcolo, nella geometria piana, nel disegno lineare? Voi possedete pių che non bisogna per mettervi in cammino. Oh che la tutela nostra ha da durare eterna? ci siamo per avventura costituiti padri di famiglia in seduta permanente del genere umano? Voi foste fiori, e nel nostro giardino vi accogliemmo, vi educammo, e nudrimmo; ora siete colti, altri subentrarono al vostro posto, e questi domandano adesso le nostre cure. - Conviene spoltrirci, figliuolo mio, conviene spoltrirci; che in fama non si arriva seggendo in piuma. Ai tempi nostri tutto lice sperare, tutto č possibile conseguire. Vedete Bernadotte muove dalle fila di semplice soldato colla corona di Svezia nello zaino; contemplate Canning bastardo, Peel figlio di fabbricante di tele, reggere i destini della Inghilterra; Thiers e Guizot per sola virtų del proprio ingegno reggere quelli di Francia; Canova, scalpellino di Possagno, salire in fama del pių eccellente scultore del mondo; Rossini, figlio del trombetto del Comune di Pesaro, o nato da padre tubicinante, come scrive il conte Giulio Perticari, buona memoria, essere salutato re dell'armonia. Ardite, cercate: la Fortuna come donna s'innamora dei giovani animosi: e lo diceva a Francesco I il maresciallo Trivulzio.
| |
Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
|
|
Bernadotte Svezia Canning Peel Inghilterra Thiers Guizot Francia Canova Possagno Rossini Comune Pesaro Giulio Perticari Fortuna Francesco I Trivulzio
|