- Come l'eco del castello di Simonetta, che ripete, secondo racconta il padre Kirker, quaranta volte la parola, ecco da mancina, da destra, di su, di giù, da tutte le regioni, in suoni bassi, alti, striduli e soavi, rimbombare la voce: - Nulla! - Il misero uomo turavasi le orecchie col cotone, vi soprapponeva le mani, ma inutilmente; chè il fragore gli veniva di dentro, e con infernale crescendo urlava: - Nulla! nulla! - Ne perse il sonno; nelle vigilie incresciose dava del capo nei muri; volle guastarsi: lo mandarono a viaggiare, e tornò a casa più mansueto, non più sano, perchè, cambiata pazzia, s'immaginò essere convertito in una lima, e dandosi in balía alla nuova fissazione, non vedeva moneta un po' traboccante ch'egli non attrappasse, e notte e giorno non rifinisse di tosare. Per questa pazzia egli salì tra i suoi in grandissima fama; e tra i più celebri tosatori fatto ormai celeberrimo, con universale consenso lo promossero all'onorevole
ufficio di Presidente della Lima. Da quel punto in poi appena degnò reputarsi mortale: la opinione altrui a se contraria egli tenne come nebbia incapace ad offendere la sua divinità; reputò l'avvilimento dittamo e rose, raccolse l'onta, il disprezzo e l'oltraggio come fronde per tesserne una ghirlanda alle sue tempie, e alle voci di vituperio rispondeva con olimpica sublimità: - "Adoratemi, io sono il Re della Lima!..."
Fin qui bastò la matita del Callotta; - adesso poi è mestiero tingere il pennello in rosso..., in quel vermiglio terribile che David diceva ferocemente stemperare alla Convenzione di Francia!
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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