.. pegno fraterno praticato dagl'imperatori cristiani di Costantinopoli; - il freddo lungo la spina diventò maggiore, a modo di Buoso io sbadigliava:
Pur come sonno o febbre mi assalisse,
mi prese nausea grande e languore come alloraquando sorprende il male di mare: chinai la faccia, e gittai tre boccate di acqua o quattro: nè qui rimase il parossismo, chè un molesto tintinnio ingombravami le orecchie, e le arterie delle tempie picchiavano forte come martelli, e gli occhi vagavano per entro fiumane di sangue. Allo improvviso mi parve che le fibre e le vene del mio cervello, comunque finissime, venissero distese sopra un leuto che il Presidente presentava ridendo alla statua di bronzo di Cosimo I nella piazza del Granduca, e la statua atteggiata la destra in roncigli di bronzo strappare acerbissimamente queste mie povere fibre; - piansi di angoscia, e rilevando disperato la faccia tornai a guardare il Presidente. Egli non discorreva più; mangiava: aveva davanti un'oliera con olio, aceto, pepe e sale, e ghermito per le gambe un mazzo di fanciulli, attendeva a trinciarli con un coltellaccio a modo di sparagi... Oh Dio! costui è un Polifemo in progresso; invece di mangiare uomini nudi e crudi, se li divora vestiti e conditi! - e stavo per venir meno.
Kelp, ben el kelp!
proruppe una voce dietro a me che valse a rompere il fascino: onde io mi volsi, e conosciuto l'uomo, esclamai in suono di lamento:
O benedetto chi gli dice: cane e figlio di cane! O se' tu, Zabulone!
La tua anima è in pena?
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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