Dall'apertura proruppe una luce vivissima... Sorse in piedi, si accostò al giovane, e gli disse a voce bassa:
Se vi aggrada... guardate...
E il giovano guardò, e vide...
Un urlo disperato come di uomo ferito in mezzo al cuore riempie la stanza. Dopo lunga ora il giovane risensato da grave svenimento si trova giacente in letto, e vede il Presidente con amorevole sollecitudine porgergli aiuto. Questi lo vide appena con gli occhi aperti, Che levate al cielo le mani giunte esclamava:
Lodato Dio! vi reputava più forte: invece di fare bene, temo avere commesso troppo gran male, e ne ho rimorso. Figliuolo mio, perdonatemi per carità... Conosco la esperienza essere stata acerba... capisco che a queste prove cuore di uomo non regge... ma non vi lasciate vincere dall'angoscia... coraggio... su via! Verrò a visitarvi... come posso a consolarvi... perchè sento per voi viscere di padre.
E qui le parole amorevoli unite alle cure benevole furono infinite: singulti non mancarono nè lacrime, e profferte di accompagnarlo a casa. Il giovane allo improvviso balzò energicamente da letto; scosse la testa, e levati gli occhi al cielo esclamò:
Il Signore mi aiuterà: sento avere dato dentro a inique trame. Ho traviato molto, - forse troppo; ma non v'ha errore che non possa ripararsi con la fede in Dio, e col fermo proponimento. - Addio. Voi mi avete guarito... io vi ringrazio.
E sì dicendo partiva. Il Presidente restava come trasognato, guardando torvo e a traverso il pavimento; alfine esclamò:
Cane d'Inglese.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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Presidente Dio Dio Presidente Inglese
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