È dovere liberare da questo iniquo la terracontinua il Waltom, il quale non udiva nè vedeva più nulla, non si accorgendo lo sciagurato giovane avergli voluto porgere l'arme perchè lo uccidesse. Nel concetto che avesse Guglielmo attentato ai suoi giorni, il signore Waltom esce furioso serrando la porta a doppio giro di chiave, e così come l'ira lo mena, in veste da camera, col capo scoperto, si caccia giù per le scale, e corre ad accusare il misero giovane al Presidente della Corte Criminale.
Lo insidiatore sentì aprire la porta di casa; vide precipitare un uomo e correre alla sua volta; pensò fuggire, poi temè levare rumore, stette e si rannicchiò. Il signore Waltom passandogli da canto come folgore lo urlò, ma tanto l'ira il vinceva che non se ne accorse neppure.
Dove va costui?
- E lo seguitò alla lontana: in breve ebbe chiarito ogni incertezza, vedendolo entrare nel palazzo della Corte Criminale. - . "Per Dio! così non va bene: la matassa incomincia a imbrogliarsi: procedure criminali non mi accomodano; basta mettere un filo in mano a cotesti signori della Corte, che presto sanno dipanare il gomitolo. A tempo sereno ogni piloto vale. Una buona azione! Ride il Demonio.... rida.... il Demonio è uno stupido: se venisse nel mondo, i borsaioli adesso gli ruberebbero la coda; egli è buono per mettere paura ai bambini. Del gran cimbalo dell'universo bisogna sapere toccare tutti i tasti. - Ora è mestieri vedere Guglielmo, e poichè non si è voluto ammazzare, ed ha torto, persuaderlo alla fuga.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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