A me basta l'animo per trafugarlo e nasconderlo fino.... fino al giorno del giudizio. - Certo io aveva immaginato il mio poema senza tanti episodi, semplice come una tragedia di Eschilo, ma la fortuna mi ci annesta sopra avvenimenti sì inaspettati e nuovi, che di classico a mio dispetto divento romantico...."
Queste ed altre simili diavolerie fantasticando, con presti passi si accostava alla casa del signore Waltom: la trovò chiusa; stette alquanto sopra di sè considerando se fosse o no bene bussare, e darsi a conoscere al servo che gli aveva aperto poco anzi: non gli parve prudente. Allora, fecondissimo com'egli era di partiti, gli occorse un ripiego. Perlustrata la via, raccoglie diversi sassi, e con bella destrezza prende a gettargli nella finestra del secondo piano. I sassi tratti da mano maestra arrivavano al punto: ruppe due vetri, ma nessuno si affacciò; e sì che Guglielmo era nella stanza, e si vedeva la sua ombra passare e ripassare traverso il chiarore della finestra, e doveva pur sentire.
Cane d'Inglese! ha il capestro al collo, e fa il superbo!
Allora si attentò a chiamarlo piano dapprima; poi, urgendo la necessità, a poco a poco più forte: invano! Nessuno si mosse. Ma l'uomo dabbene ebbe avvertenza a tutto, e notando da lungi un insolito rumore, si trasse curioso in disparte. In breve fu udito più distinto un suono di voci concitate, di passi, e di armi; e indi a breve vide passare il signore Waltom, magistrati, e guardie di sicurezza. Waltom aperse l'uscio, entrò, e con esso gli altri, e richiusa la porta, ogni cosa tornò in silenzio.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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