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XIV.
Sospenda ogni alito il creato, - taccia ogni vento, e sia pur quello che spoglia del profumo i fiori in primavera, - non muova un'aura, quantunque sopra candida nube ella si affretti di recare in cielo il voto degl'innocenti oppressi. - Angioli del paradiso, voi pure cessate i cantici, fermate il remeggio delle ali sante; deh! mi sia dato conservare la scintilla: io l'ho trovata, io vi ho trasfuso dentro, per alimentarla, l'anima mia; per lei ho cominciato a leggere in parte l'arcano della genesi nuova: - amare, e parlare...
XV.
Il Fato strinse il suo libro di granito, e sorrise. - Quando l'aria esterna ebbe vinta quella del sepolcro, la lampada dilatò con estremo conato la sua pupilla luminosa, e si spense per sempre! - L'aria che respiriamo più assai riusciva mortale che il fiato della tomba di Tullia.
XVI.
E quando il poeta vide la lampada morta a cagione dell'aria, che egli pensava pura, ruppe la cetra, percuotendola nell'angolo della tomba della figlia di Cicerone, gittò via dalla fronte la corona di alloro, e postosi a giacere sopra il terreno nudo, vi battè ambe le palme, esclamando con grandissimo pianto: "Apriti, o Madre, e cuoprimi; voglio morire anch'io!"
XVII.
Riposa dunque in pace nel tuo sepolcro, o Roma; e dove mai la esultanza visitasse le tombe, rallegrati: - tu sei la più grande ombra nei regni della morte, siccome fosti la più immensa dimostrazione di forza e di sapienza nella vita.
PENSIERI IN PROSADA FARSENE UNA PREGHIERA IN VERSI.
Al Dio che ama l'Italia come il primo alito della sua creazione; al Dio che la coprì del sublime arco dei cieli quasi di un manto di gloria; al Dio che pose nell'occhio la lacrima della pietà, nell'anima il sospiro dello amore, Angioli candidissimi della preghiera, offrite il voto dei labbri innocenti.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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