L'oblio - la seconda morte - la morte dell'anima, che non può vincersi con monumenti marmorei, nè con gli obelischi, nè con le stesse piramidi (imperciocchè penda tuttavia ignoto se la più grande delle piramidi di Egitto fosse inalzata per un re o per un bue, il re Cheope o il bove Api), - con breve foglio molto meglio si può.
Oh, sacri intelletti, placatevi pensando come le fibre del vostro cuore e della vostra mente compongano una lira eolia, traverso la quale scorre l'alito infiammato di Dio. Gli anni dei Grandi non si misurano col sole: - essi lo precorrono di miriadi di secoli a illuminare tempi che non sono anche nati per lui. E voi, Uomini, ferite questi Grandi, feriteli nel cuore, conciossiachè dal sangue che ne sgorga voi ricaverete vitale nudrimento che Dante appella: - il pane degli angioli; - affrettatene la sera, che a modo delle piante e dei fiori approssimandosi la notte emanano più fragranti i profumi; - infrangeteli come lo insetto fosforico, che disfatto sopra la parete v'imprime una traccia più lunga di splendore. - Vendicatevi, uomini, quanto meglio atrocemente potete, di essere amati, ammaestrati, e dilettati...!
Ma quando l'anima ha distratto la sua esistenza nel mondo, sparpagliando le sue divine facoltà come le foglie di una rosa sopra un torrente che passa; - quando a guisa di aquila che abbia mudato le penne ella libra lo immenso suo volo con gli occhi fissi nell'eterno sole; - quando scintilla luminosa s'immerge nel fonte di tutto splendore, - allora cessi la guerra; imperciocchè due firmamenti concedesse Dio agli uomini, uno celeste, ornato di piante e di stelle, opera delle sue mani; l'altro terrestre, opera in parte di Dio stesso e degli uomini, composto delle rinomanze degli eroi e dei poeti, e di quanti altri vissero gloria ed orgoglio della gente umana.
| |
Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
|
|
Egitto Cheope Api Dio Grandi Uomini Grandi Dante Dio Dio
|