Onorate almeno, o genti, i vostri grandi defunti, se pur volete che altri subentrino nel doloroso ministero d'immolarsi per voi. - Affinchè la vittima non repugni dal sacrificio, nuovi fiori e nuovi incensi si apprestino, astergasi con acqua lustrale l'altare, celinsi e bipenni e coltelli: - le sembianze e le voci dolorose dei morenti con una nuvola di gloria, con un suono di armonia nascondansi. Pera Quirino, purchè vada ad albergare fra i Numi!(52) - E gli stessi sacrificati, fatti ormai cittadini del cielo, di leggieri perdoneranno, conciossiachè appunto vi amino molto per le molte angosce patite per voi, e l'odio passi sopra la loro anima innamorata come nuvola spinta da vento procelloso traverso il disco della luna. O genti, placate le ombre dei vostri Grandi defunti, dacchè riesca tanto lieve conseguirlo: poco desiderano, di poco esse si contentano; una preghiera, una laude, una pietra, una memoria, un fiore, un grano d'incenso basta per loro; e placate che sieno, vi guarderanno dall'alto a modo di piissime stelle, e come stelle vi additeranno la via per cui l'uomo si eterna; o visitando in ispirito le antiche dimore, le conforteranno con una traccia di gloria, come appunto i libami cari agli Dei, quantunque consumati dal fuoco, si lasciano dietro un profumo durevole. Così i Greci operavano, dedicando un tempio espiatorio a Socrate, e a Fidia mastro supremo di bellezza erigendo una cappella, e tutti i loro Grandi onorando di simulacri e di monumenti nel Ceramico, o nel luoghi illustrati dalle geste inclite di quelli.
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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