La Francia ebbe il Panteon pei suoi Grandi passati; - oggi la Baviera dedica un tempio a Odino, e v'inaugura i simulacri di Genserico, di Atalarico, di Attila e di altri tali, per cui Mnemosine, genitrice delle Muse, abbrividisce ricordandoli...! Veramente fra costoro e i Temistocli, gli Scipioni, i Milziadi e i Fabrizii, troppo immenso è il tratto che corre: - ma giova considerare infine come alla contrada non sia dato vantare eroi migliori di quelli, e che i principi ben possono ordinare una statua, non un Eroe. La fattura di questo è opera di tale che siede troppo più in alto di loro; nè la immortalità si dispensa da mani mortali quantunque nate a stringere lo scettro. Noi, Italiani, abbiamo Santa Croce; a noi principio, e che pur vale per qualsivoglia splendidissimo fine straniero, però che gli stessi Britanni mal sappiano chi contrapporre a Michelangiolo. Abbiamo ancora le statue delle Logge degli Uffizi, opera lodata e lodevolissima; ma e Santa Croce e gli Uffizi sono cosa eventuale, non duratura, non ordinamento perenne di governo civile.
Intanto che coi desiderii e coi voti gli uomini ben nati affrettano un provvedimento che formerà tanta parte di sapienza civile e di pubblica morale, personaggi privati, come possono meglio, s'ingegnano riparare al difetto; e Canova, magnanimo cuore se altri fu mai, inaugurava immagini di marmo nel Panteon romano, che il tempo sembra consentirci eterno, affinchè accolga rinomanze eterne; Giancarlo Di Negro e Niccolò Puccini ne imitano l'esempio nelle loro ville amenissime consacrate
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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze 1847
pagine 469 |
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