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      Le cose belle s'insegnano con modi ingenui e con esempi di bello. Ma se piace a Dio, e sia detto in lode del vero, io vedo tali che trattano la penna a cui molto meglio starebbe trattare il remo, con la modestia di un cavadenti, e la coscienza di........
      E qui il paragone mi manca, imperciocchè io temerei commettere ingiustizia grande assumendo per subbietto di paragone una cosa qualunque, comecchè schifosamente miserabile e luridamente codarda, costituirsi Draconi e Soloni, e dalle loro soffitte, come Moisè dall'alto del monte Sinai, promulgare leggi sopra le ragioni del bello e del grande ch'essi furono condannati a non conoscere giammai. Ma da costoro poco danno può uscire, dacchè, sebbene al ragno possa talora venir fatto velare con la sua tela le chiome del Giove di Fidia, egli si rimarrà pur sempre un insetto tiranno delle mosche soltanto; il peggio sta in quanto io sono per esporre.
      Tragedi laureati di sibili, autori erpetici di opera rientrata, per la quale nessuno stampatore acconsentì fare le parti di Lucina; poeti che non colsero in Pindo altro che ortica; filosofi fantastici che non seppero ragionare nè immaginare; e simile altra genía, mettono in società latrati e livore e stupida presunzione, e menano uno schiamazzo tanto disonesto quanto imbecille: ed anche di loro non è da curarci. Succedono i pedanti, i quali armati con una corazza di punti e virgole, brandendo una copula e cavalcanti un dittongo, favellano parole da far piangere gli angioli: neppure di loro vuolsi prendere pensiero.


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Scritti
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1847 pagine 469

   





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